REDDITO REGIONALE: UNA PROMESSA ILLUSORIA CHE COSTA CARA ALLA TOSCANA
Meno sussidi e più crescita: la vera alternativa liberale per il futuro della Regione.
Negli ultimi giorni il presidente Eugenio Giani ha dichiarato che il reddito di cittadinanza regionale “non costerà nulla” perché finanziato con fondi europei. Una narrazione rassicurante, ma che non regge alla prova dei fatti.
I fondi europei non sono un bancomat
I fondi dell’Unione Europea non possono essere usati a piacimento. Sono risorse vincolate a obiettivi chiari: politiche attive per il lavoro, formazione, innovazione, sostegno alle imprese. In alcuni casi possono finanziare indennità temporanee, ma sempre collegate a percorsi di inserimento lavorativo. Non sono pensati per mantenere un reddito a pioggia, scollegato da risultati occupazionali.
Per questo, l’affermazione di Giani è fuorviante. Se davvero si parla di soli 15–20 milioni, si tratterebbe di un intervento minimale, incapace di incidere sulla vita dei cittadini. Se invece l’obiettivo è esteso, parliamo di centinaia di milioni l’anno: una spesa insostenibile per la Regione. In entrambi i casi, il centrosinistra vende un’illusione.
Una Toscana che perde terreno
Mentre si inseguono promesse assistenziali, i dati economici raccontano altro: nel primo trimestre 2025 la produzione industriale in Toscana è calata del 4,7%, contro una crescita nazionale del +0,4%. Questo significa che la nostra Regione non solo non recupera terreno, ma rischia di trasformarsi in un freno per il Paese.
L’alternativa liberale: meno tasse, più lavoro
Se davvero ci sono risorse da investire, la strada è chiara:
- ridurre il peso fiscale su famiglie e imprese;
- incentivare chi assume, premiando chi crea occupazione stabile;
- rafforzare i distretti produttivi, dal Cuoio a Prato fino alla Valdera, che sono la spina dorsale della Toscana;
- modernizzare le infrastrutture, dalla FI-PI-LI ai collegamenti ferroviari con Firenze, fino alla viabilità di accesso a Volterra e Val di Cecina.
Ogni euro pubblico deve diventare valore, lavoro, crescita. Destinarlo a un reddito regionale slegato dal mondo produttivo significa invece sottrarre opportunità a famiglie e imprese per finanziare una spesa improduttiva.
Una scelta di fondo
La Toscana deve decidere: continuare sulla strada dell’assistenzialismo oppure scegliere finalmente la via dello sviluppo. Io non ho dubbi. Da liberale e da candidato, la mia priorità è fare da ponte tra Regione e Governo per indirizzare le risorse verso ciò che produce, non verso ciò che illude.

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