NO AI DIVIETI IDEOLOGICI DI AVS E 5S: I CACCIATORI SONO UNA RISORSA PER IL TERRITORIO

Paladini • 25 agosto 2025

In questi giorni abbiamo letto delle proposte di Alleanza Verdi Sinistra (AVS) e del Movimento 5 Stelle, presentate a livello nazionale e difese anche in Toscana, che vorrebbero stravolgere il regime venatorio con misure punitive verso chi pratica la caccia in maniera legittima e regolamentata.

Tra queste:

  • ridurre la durata della licenza di porto d’armi da 5 a 3 anni, con rinnovo annuale dopo i 60 o 65 anni;
  • vietare il rinnovo oltre i 70 o 75 anni, impedendo così a migliaia di persone di esercitare la loro passione dopo una vita di contributi;
  • alzare l’età minima per conseguire la licenza a 21 anni;
  • ridurre le giornate di caccia a non più di due alla settimana, includendo la domenica come giorno di silenzio venatorio;
  • accorciare la stagione di caccia e vietare strumenti tradizionali come i richiami vivi.

Proposte che non hanno nulla a che vedere con la sicurezza o con la tutela ambientale, ma che rispondono a una logica ideologica e punitiva.

Perché queste proposte sono sbagliate

Chi oggi caccia in Toscana lo fa nel rispetto di regole severe: esami, formazione, assicurazioni obbligatorie, spese annuali, controlli serrati. Non stiamo parlando di un “far west”, ma di una comunità che da sempre contribuisce al presidio del territorio.

Limitare per legge la possibilità di cacciare agli over 70 o agli over 75 significa negare dignità a chi ha passato la vita a rispettare le regole. Significa trasformare in un capro espiatorio un mondo fatto di passione, cultura, tradizione, che invece potrebbe essere alleato nella gestione degli squilibri faunistici che ogni giorno danneggiano agricoltori e comunità locali.

Gli stessi dati regionali dimostrano come il contenimento della fauna selvatica sia oggi una necessità: cinghiali, caprioli e altre specie in sovrannumero mettono in difficoltà gli agricoltori, distruggono raccolti e creano incidenti stradali. In questo contesto, colpire i cacciatori con nuove restrizioni è un paradosso che indebolisce l’intera gestione ambientale.

La posizione di Forza Italia e della mia candidatura

Come candidato al Consiglio regionale per Forza Italia, dico con chiarezza: non servono divieti ideologici, servono soluzioni concrete.

La Toscana deve fare tre cose fondamentali:

  1. Trasparenza e regole chiare negli ATC
    Gli Ambiti Territoriali di Caccia devono essere al servizio dei cacciatori e dei cittadini, non labirinti burocratici. Serve una mappatura pubblica e digitale delle aree, dei confini e degli accessi, così che non ci siano più cancelli, catene o zone grigie.
  2. Accessi regolamentati ma garantiti
    I cacciatori pagano per poter esercitare la loro passione e contribuire al territorio. È inaccettabile che molti trovino strade chiuse o percorsi sbarrati. L’accesso legittimo deve essere tutelato con strumenti chiari e sanzioni per chi non rispetta le regole.
  3. Digitalizzazione e sportelli efficienti
    Licenze, rinnovi, permessi: tutto questo deve diventare semplice, veloce e trasparente. Non più code infinite, moduli contraddittori o uffici impreparati. Serve uno
    sportello digitale regionale per la caccia, con tempi di risposta monitorati e pubblici.

Caccia e libertà

Quello che AVS e 5 Stelle non capiscono è che la caccia non è solo “sparare”. È presidio del territorio, è cultura, è legame con la natura. È anche un contributo concreto alla gestione della fauna e alla prevenzione di danni agricoli e ambientali.

Forza Italia non difende la caccia per ragioni identitarie, ma perché difende la libertà e la responsabilità. Chi rispetta le regole non deve essere criminalizzato, ma riconosciuto come parte della soluzione.

Conclusione

La Toscana non può diventare un laboratorio dei divieti ideologici. Giani, piegandosi all’ultra-sinistra e ai 5 Stelle, rischia di consegnare la Regione a chi non crede nelle imprese, non crede nello sviluppo e non crede nella libertà.

Io credo invece in una Toscana diversa: dove le passioni legittime sono rispettate, dove le regole funzionano, dove le comunità sono valorizzate.

I cacciatori non sono un problema da eliminare, ma una risorsa da ascoltare. E io mi impegno a farlo.

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