GIANI OSTAGGIO DI 5S E ULTRA-SINISTRA: COSÌ LA TOSCANA VIENE CONSEGNATA ALLA DECRESCITA FELICE
Lorenzo Paladini, candidato al Consiglio regionale per Forza Italia, smonta punto per punto l’accordo PD–M5S–AVS: “Non sviluppo, ma assistenzialismo e tasse occulte. Ai cittadini 1.600 euro di conto per un reddito di cittadinanza regionale che non crea lavoro”.
Un patto ideologico e pericoloso
Il nuovo accordo firmato dal presidente Eugenio Giani con Movimento 5 Stelle e AVS non rafforza il centrosinistra, lo indebolisce. È il segno di un presidente spaventato dalla possibilità di una sconfitta che, invece di governare con coraggio, preferisce piegarsi ai ricatti della sinistra radicale.
Le misure accettate sono un catalogo di vecchie ideologie:
- Reddito di cittadinanza regionale: una misura assistenzialista che scoraggia il lavoro e alimenta dipendenza.
- Salario minimo regionale: incompatibile con la cornice nazionale, utile solo a fare propaganda.
- Riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario: pura illusione che scarica costi sulle imprese.
- Stop alle infrastrutture strategiche: rinunciare a opere fondamentali per competitività e occupazione.
- Chiusura a rigassificatori e termovalorizzatori: un colpo alla sostenibilità energetica e ambientale, che lascia i territori senza soluzioni moderne ed efficienti.
Un armamentario che ricorda più i volantini di Rifondazione degli anni ’90 che un progetto di governo per una regione del 2025.
Il costo occulto per i cittadini
Non è solo ideologia: è un salasso concreto per chi lavora e paga le tasse.
Il solo reddito di cittadinanza regionale avrebbe un costo stimato fino a
3,5 miliardi l’anno. Con 2,2 milioni di contribuenti toscani soggetti all’IRPEF, il prezzo reale diventa
1.600 euro a testa. Una tassa occulta che si abbatte su famiglie e imprese in un momento in cui la priorità dovrebbe essere ridurre la pressione fiscale, non aumentarla.
Invece di sostenere chi produce ricchezza, si crea una fabbrica di assistiti: più moduli, più ISEE, più platee di beneficiari… senza che la povertà diminuisca. Anzi, con il rischio di moltiplicarla.
Una Toscana usata come merce di scambio
La verità è che questo patto non nasce per la Toscana, ma per Roma. È l’anticipo del “campo largo” che il PD vuole costruire in vista del 2027. La nostra regione diventa così un laboratorio di misure ideologiche, un sacrificio sull’altare degli equilibri nazionali.
Giani non guida più, subisce. E i toscani pagano il prezzo.
L’alternativa liberale
Forza Italia e la mia candidatura offrono un percorso completamente diverso:
- Sanità efficiente: tempi certi, collaborazione pubblico-privato, ospedali territoriali potenziati.
- Infrastrutture moderne: FI-PI-LI con terza corsia, svincoli adeguati, riclassificazione della strada; un Galilei che sia l’aeroporto della Toscana, non un derby campanilistico; collegamenti ferroviari competitivi tra Pisa e Firenze.
- Libertà economica: meno tasse, meno burocrazia, più fiducia in chi crea valore.
Questa è la vera alternativa: non assistenzialismo ideologico, ma libertà, crescita, responsabilità.
Conclusione
Il presidente Giani, impaurito dalla prospettiva di perdere, si è fatto dettare l’agenda da 5S e AVS. Noi non ci stiamo. La Toscana non deve arretrare, ma tornare a correre.
Per questo mi candido: per dare ai cittadini una scelta chiara tra chi vuole piegare la Regione all’ideologia e chi vuole restituirle efficienza, competitività e futuro.

IL GALILEI È L’HUB DELLA TOSCANA. NON SI PUÒ PENALIZZARE L’AEROPORTO CHE COLLEGA LA REGIONE AL MONDO
